Prima di raggiungere Siem Reap e i templi di Angkor Wat ci siamo fermati due giorni nella capitale - un'idea di Lapin per non catapultarci subito tra la massa dei turisti.
Sulla copertina del taccuino disegno la vista da un angolo di strada vicino al Mercato Centrale di Phnom Penh, un edificio Art Decò realizzato da un architetto francese nel 1937 e restaurato recentemente. Con la sua enorme cupola da cui si dipartono quattro bracci principali è diventato uno dei simboli della città. Il traffico intorno è caotico e il miscuglio di auto, camioncini, vespe e Tuc Tuc mi ricorda la mia città ma ecco un record: in 5 su una vespa, forse a Napoli non ne sono capaci!
Per sfuggire al caldo soffocante per qualche ora andiamo in un caffè panoramico in uno dei grattacieli intorno al Marche Central. In primo piano la cupola giallina del mercato e nello skyline tra le costruzioni recenti si intravede la sagoma di un tempio khmer.
Comodamente seduta posso curiosare tra i tetti degli edifici vicini e le attività che vi si svolgono. Un ragazzo lava la biancheria (forse sono le tovaglie di un ristorante) schiacciandola con i piedi in una larga bacinella e poi la stende, mentre chiacchiera con una ragazza nel terrazzo a fianco. Lei invece sta lavando il cane con la pompa dell'acqua e poi passa ad innaffiare le piante, nel suo e nei due terrazzi comunicanti con scale e scalette. Prima ha controllato diversi cesti con qualcosa a seccare, frutta o pesce come se ne vede nei mercati del posto. Al piano di sotto, un balcone è utilizzato come una vera camera da letto all'aperto - la notte la temperatura scende, anche se solo di qualche grado.
Scendiamo al Mercato Centrale, dove si vende assolutamente di tutto, e restiamo affascinati dall'ala dei tessuti e della sartoria. Sono quasi tutte donne e passando l'intera giornata al lavoro si sono organizzate per svolgere in spazi minuscoli faccende quotidiane come dar da mangiare ai figli, cambiargli i pannolini, fare un pisolino oppure giocare a carte, se non ci sono clienti attorno. Veniamo accolti, Lapin guadagna una sedia, io un ventilatore, indispensabile e onnipresente attrezzo. I bambini come sempre vogliono il ritratto.
Anche la parte del mercato dedicata al cibo è interessante. La frutta e il pesce, sia freschi che secchi, sono insoliti. Scopro il durian, sorta di ananas con un odore impossibile, e il dragon fruit, delizioso.
Verso sera ci fermiamo sul prato lungo il fiume davanti al Palazzo Reale dove molte persone si riposano e cercano il fresco - siamo sempre sopra ai 35°.
Al Museo Nazionale, anche questo costruito dai francesi ma in stile tradizionale khmer, cerco di familiarizzare con divinità hindu e buddiste, scolpite magnificamente, prima di visitare i templi da cui molte provenivano.
Altri miei disegni della Cambogia su flickr.
Qui invece il reportage di Lapin con inevitabilmente gli stessi soggetti ma in perfetto stile Lapin!
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