Ieri sono stata all'Aquila per riempire Una carriola di disegni nella zona rossa della città. Eravamo una settantina, almeno 50 disegnatori, divisi in tre gruppi e scortati da un gruppo di vigili del fuoco. E' la prima volta che un gruppo così consistente di disegnatori si riunisce per un reportage collettivo, da Trieste, Bologna, Toscana, Latina, Roma, Lanciano... Da Napoli erano con me Caroline Peyron e Ferruccio Orioli. Ci hanno accompagnato Antonio Di Giandomenico, il prof. Antonio Gasbarrini e diversi cittadini aquilani attivi nell'Assemblea cittadina. Quello che abbiamo visto e ascoltato è duro anche da raccontare.
La zona rossa che comprende quasi l'intero centro storico è militarizzata, ingabbiata e puntellata. Camionette ad ogni varco. Ma i cantieri di restauro sono quasi inesistenti.
Mentre disegno arriva una signora con i genitori, protesta che deve vedere casa sua. I vigili del fuoco la fanno entrare, noi le prestiamo i caschetti. Quando tornano il padre è in lacrime. "Ho quattro case e non posso entrare in nessuna. Loro ci entrano invece, le hanno appena messe in sicurezza: hanno sfondato i tramezzi col piccone per far passare i tiranti, mi hanno fatto a pezzi tutto quello che era rimasto, i mobili..."
A via Sturzo, fuori della zona rossa, in una fila di palazzine in cemento armato i muri di tamponamento sono esplosi schizzando fuori tutto il contenuto delle case. In un mucchio troviamo frammenti di spartiti e strumenti musicali.
Ferruccio Orioli fa un disegno in quattro parti. Architetto di origini veneziane, ha visto da vicino diversi terremoti, dal Friuli, al Belice, all'Irpinia. "Ma questo è il primo terremoto italiano a non avere una legge speciale che preveda la ricostruzione. Una città intera è così condannata alla scomparsa. Non ce la faccio più a guardare, finisco l'acquerello al caffè". Siamo stati male, tutti. Non so se era più il senso di impotenza, la rabbia o la vergogna.
Nel 1703 quando la città fu distrutta da un violento terremoto un illuminato Marchese della Rocca Marco Garofalo, il "Bertolaso" di allora, obbligò i cittadini a ricostruire le case assistendoli e sospendendo le tasse per diverso tempo. Da gennaio i cittadini qui pagheranno le tasse normalmente, arretrati compresi.
Caroline Peyron ha dipinto a terra grandi fogli 50x50. "Non voglio estetizzare niente. Spero di riuscire a dare l'idea di questa catastrofe". Queste non sono le fascinose rovine dell'antico, quelle che venivano a disegnare gli artisti del passato anche in Abruzzo, qui ci sono solo macerie, ci mette in guardia il professore aquilano mentre cerca di illustrarci per frammenti la ricchezza del patrimonio di una città dove hanno lasciato tracce artisti come Raffaello Sanzio. "Oggi invece ci siete voi, venuti da tutta Italia. Fate girare i vostri disegni e raccontate quello che avete visto a più persone possibili".
A fine giornata i disegni sono stati raccolti da Marco Preziosi, organizzatore dell'evento, per portarli a Pescasseroli dove saranno esposti il prossimo fine settimana in occasione di Naturalmente Pescasseroli 2010, la rassegna degli amici del COECIN. Dal 15 al 17 ottobre a via Principe di Napoli presso la sede dell'associazione. In rete la notizia, alcune fotografie qui e qui e un video.
AGGIORNAMENTO:
Qui le foto della mostra.
Pubblicato anche dagli amici di Napoli Monitor
& in english on Urban Sketchers.
I disegni su Flickr.
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Commenti
@ Marco: giornata intensa e difficile proprio capire come comportarsi...
Hai la grande capacità, al di là dei disegni sempre raffinati, di cogliere e analizzare in modo preciso il contesto in cui ti trovi ... per di più in pochissimo tempo!
ho visto il tuo taccuino esposto a Pescasseroli e, onostante io sia in prima fila a portare la carriola di disegni insieme a Marco Preziosi, ti confesso che mi sono venuti lacrimoni incontenibili leggendo le tue annotazioni.
Grazie, spero che presto potremo andare ancora, magari a vedere le famose case nuove....
Irene del Prato