Mattotti, la memoria delle emozioni

"Laggiù mi sono confrontato con spazi, distese che mi hanno enormemente scosso: è lo spazio a perdita di vista, lo spazio infinito, ma dove l'armonia delle forme apre spazi, dà profondità... Nel disegno bisogna nello stesso tempo dare un aspetto panoramico e far vedere che in ogni punto la profondità è totale.
Ho cercato di ricostruire questo, di ricostruirlo a memoria. Con l'aiuto del pennello ho cercato di ritrovare l'armonia dello sguardo che ho sentito mentre viaggiavo. Era una specie di musica. Sei mesi dopo ho trovato un album, sempre di carta orientale, e ho iniziato a disegnare una sorta di spartito paesaggistico. Ho cercato di ritrovare questa musica dellle forme. Mentre disegnavo, ho ritrovato forme, musiche mentali e le ho confrontate con gli schizzi che avevo fatto all'epoca...Non cerco di riprodurre, ma di cercare nella mia memoria l'emozione provata. Cerco di derivare, di estrarre la mia Patagonia dalla Patagonia che ho attraversato.
Quando viaggio per realizzare un reportage, scatto spesso delle foto, uso la cinepresa, cerco di disegnare ciò che vedo, ma il risultato mi lascia spesso insoddisfatto, provo un sentimento di troppo poco, di mancanza. E' descrizione. Bisogna che vada più in profondità..."

Lorenzo Mattotti, Nelle profondità, Nuages 2007. Catalogo delle mostra in corso a Napoli, Castel dell'Ovo.

Commenti

Luc ha detto…
Se hai modo di recuperarlo, sempre per Nuages, guardati il diario di viaggio sulla pampa e su Buenos Ayres di Jose Munoz.
Vedrai che meraviglia.
Anonimo ha detto…
Interesante eso que dice de los paisajes reconstruidos desde la memoria. Tal vez lo que hacemos todos los que dibujamos lo que tenemos delante no sea sino alimentar la memoria para cuando seamos viejos y no podamos movernos de casa.
Casey Klahn ha detto…
Excuse the English, as my Italian is almost non-existent.
Lovely sketchbook work, and I am happy that I found your blog.
I will visit often.