Sotto Napoli c'è una seconda città, quasi il negativo di quello che ci sta sopra.
Un intricato sistema di condotti per l'acqua e cisterne gigantesche, di cave per ricavare i blocchi con cui sono costruiti i palazzi soprastanti, di tunnel per oltrepassare i dislivelli di cui è piena la città, di passaggi segreti per usi militari. Le cisterne, collegate da pozzi ai cortili o alle cantine dei palazzi, sono diventate rifugi antiaerei durante l'ultima guerra, nascondigli per traffici illegali e poi depositi di materiali sequestrati ai contrabbandieri, garage sotterranei o sversatoi e discariche illegali di immondizia e materiale edile.
Tutti questi usi ed abusi insieme sono visibili nel tunnel borbonico, percorso sotterraneo aperto di recente vicino a piazza Plebiscito. Più di 500 metri di lunghezza a 25 metri sotto il livello stradale, liberati in anni di lavoro paziente da un'associazione di volontari, geologi e speleologi. Le cavità sotterranee a Napoli non ancora censite interamente sarebbero circa ottocento, tra grandi e piccole. La nostra casa si trova proprio al di sopra di questo tunnel e mi sento un po' mancare il terreno sotto i piedi.
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Tunnel Borbonico staff