Un'altro libro artefatto, appena realizzato per un compagno di viaggio di quindici anni fa. Istanbul di Pamuk è un'introduzione perfetta alla città e un supporto ideale su cui disegnarla. Sarebbe il caso di tornarci e fare nuovi disegni. Questi li ho copiati dal mio taccuino di allora, un quaderno da architetto, solo in bianco e nero, con poche scritte.
Un pomeriggio del 1995 guardavamo il tramonto sul Bosforo dal tetto di una fabbrica di tessuti, dove avevamo curiosato indisturbati. Al piano di sotto i telai facevano un rumore infernale tra l'andirivieni di operai caricati come asini, con delle vere e proprie selle di legno, per trasportare enormi pezze di stoffa sulla testa e sulle spalle.
In questo capitolo, sei buone ragioni per disegnare secondo il giovane Pamuk, disegnatore e studente di architettura, prima di scegliere di dedicarsi alla scrittura. Dei suoi disegni di Istanbul, Pamuk parla a lungo ma non li mostra. La tentazione di intervenirci sopra è stata troppo forte.
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